
RINASCERE
La rinascita, quando dire la verità è scomodo... Gustavo Loza.
Alla comunità cinematografica, ai media e al pubblico in generale:
Il cinema è, per sua natura, uno spazio per esplorare la complessità umana, mettere in discussione le nostre certezze e aprire conversazioni profonde su realtà che spesso rimangono invisibili. Da quella convinzione è nato “Renacer”, il mio film più recente, un’opera che affronta un tema delicato e complesso: le conseguenze devastanti che una falsa accusa di stupro può avere sulla vita di una persona e del suo ambiente familiare.
Questa storia non intende minimizzare o mettere in discussione la gravità della violenza di genere subita da innumerevoli donne in Messico e nel mondo.
Al contrario, cerca di ampliare la conversazione sociale su un problema urgente, mostrando che ci sono molteplici dimensioni e che tutte meritano di essere ascoltate. Il cinema ha la responsabilità di riflettere questa diversità di realtà, anche quelle che possono essere scomode.
Nel processo di ricerca di spazi espositivi per Renacer , abbiamo incontrato difficoltà che sembrano andare oltre i criteri strettamente artistici o cinematografici.
Abbiamo sperimentato rifiuti sia da parte di festival cinematografici che di piattaforme, queste esperienze ci invitano a riflettere su un fenomeno più ampio: il rischio di limitare il dibattito culturale a un’unica prospettiva.
L’esclusione di narrazioni che non si allineano con un discorso dominante limita la capacità del cinema di adempiere alla sua funzione più preziosa: provocare riflessione, generare dialogo e costruire un pensiero critico.
La storia che raccontiamo in Renacer è stata concepita con profondo rispetto, sensibilità e impegno etico. Riconosciamo la complessità delle tematiche che affronta e la necessità di trattarle in modo responsabile, senza semplificazioni o stigmi. Crediamo fermamente che tutte le voci meritino di essere ascoltate, anche quelle che mettono in discussione ciò che è comunemente considerato indiscutibile.
Non cerchiamo scontri o polemiche. Il nostro scopo è che questo lavoro trovi il pubblico disposto a riflettere, discutere e dialogare con rispetto e apertura.
Nel rispetto di coloro che hanno reso possibile questo progetto – attori, staff tecnico, investitori e famiglie – continueremo a lavorare affinché Renacer raggiunga diversi spazi in Messico e all’estero.
La storia dell’arte dimostra che le idee non si fermano. Al contrario, ogni ostacolo rafforza la necessità di continuare a creare e raccontare storie che ci mettono a disagio, perché sono proprio quelle storie che ci invitano a pensare ed evolvere come società.
“Renacer” è una testimonianza di quella convinzione.
Cordiali saluti
Gustavo Loza Jiménez
Regista, sceneggiatore e produttore di Renacer
Dopo la prima del film presentata alla stampa nella serata di mercoledì 8 ottobre.
RENACER, un film di Gustavo Loza che merita di essere proiettato #renacersincensura | WITZI TV
"Renacer" di Gustavo Loza
Dopo il film di Alessandro Siani, “Succede anche nelle migliori famiglie”, girato a Cefalù nel 2023 , è ora la volta di una produzione messicana. Tra il 2 e l’8 giugno scorso, la nostra Cefalù, è stata teatro delle riprese di alcune scene del film “Rinascere”, un lungometraggio scritto e diretto dal regista messicano Gustavo Loza. Attualmente non abbiamo ancora informazioni definitive sul titolo del film. Tuttavia, il regista Loza ha recentemente rivelato in un’intervista in Messico che il titolo in spagnolo sarà “Renacer”.
Mi trovavo in vacanza in Puglia e, mentre facevo delle ricerche per saperne di più sul film in questione, mi imbatto su un articolo pubblicato su un giornale pugliese online “Manduria oggi”, con l’intervista ad un attore locale, che aveva appena finito di girare un film messicano, a Cefalù, dal titolo “Rinascere” Non potete immaginare con quanto stupore leggo che l’attore Cosimo Claudio Carrozzo di Manduria in provincia di Taranto, guarda caso a 25 km dalla mia casa in Puglia, ha fatto parte del cast a Cefalù, inoltre, in ruolo molto importante.
La voglia di saperne di più prende il sopravvento, mi sono messo subito alla ricerca di altre notizie, per poter poi inserire questo film nella serie di quelli girati appunto nella nostra città. Purtroppo la rete internet in quella zona durante l’estate è sempre sovraccarica, lentissima o quasi sempre assente, così dovetti rinunciare e rimandare le ricerche al mio rientro a casa.
Proprio in questi giorni di ottobre, da casa, oltre a trovare l’intervista del regista autore del film, Gustavo Loza ad una radio messicana, ho trovato i profili Facebook dell’attore Cosimo Claudio Carrozzo. Ho pensato subito di contattarlo, mandandogli un messaggio tramite social; mi presento e, spiego il perché del mio messaggio.
Dopo circa mezz’ora, arriva un messaggio di risposta:

Putroppo, sabato a quell’ora, avevo un impegno e dovevo uscire di casa, sono costretto a chiudere. Al mio rientro ho deciso di scrivere un ennesimo messaggio con una bozza dell’articolo, che avevo già cominciato a scrivere in precedenza, allego anche il mio recapito telefonico.

Domenica mattina ho ricevuto un messaggio su WhatsApp, molto chiaro e invitante, che mi dava la possibilità di chiamarlo. Così ho fatto. Dopo i primi scambi di cortesia, la conversazione è rapidamente decollata, rivelandosi molto più avvincente di quanto avessi immaginato.
Mi ha raccontato come è avvenuta la sua scelta, ricordavo che nei vari annunci che avevo letto, la produzione era specificamente alla ricerca di un attore originario di Palermo, ma dopo innumerevoli provini che hanno coinvolto una vasta gamma di talenti italiani, il regista ha detto di aver trovato in Cosimo Claudio Carrozzo l’interprete ideale per il ruolo di Jacopo.
Abbiamo parlato del film, dei suoi progetti precedenti e della sua esperienza a Cefalù per le riprese. Ha anche avuto modo di menzionare mio cugino Salvatore Miceli, affettuosamente chiamato “Totò”, che è stato un insegnante straordinario, scelto direttamente dal regista Loza, per insegnare a Cosimo Claudio come cucire le reti da pesca. Potete ammirarli mentre dialogano nei due video che seguono.
“Inizialmente ero titubante a rispondere a Domenico, – scrive Claudio – poiché solitamente non presto attenzione a chi mi contatta senza conoscerlo. Tuttavia, la sua gentilezza mi ha spinto ad accettare la richiesta di contatto su Facebook, usato principalmente per comunicazioni artistiche. Domenico mi ha poi dato il suo numero di telefono, esprimendo un sincero interesse per il film a cui ho partecipato a Cefalù. La nostra conversazione ha portato a piacevoli scoperte, come il fatto che alcune delle persone incontrate durante le riprese erano conoscenti di Domenico, tra cui Totò suo cugino, un pescatore che mi ha insegnato a riparare le reti da pesca per una scena del film.”
Fino ad ora, ben poco si sa riguardo alla trama. La storia ruota attorno a Matteo, figlio della famiglia Loza, che viene denunciato e per il quale viene emesso un mandato di arresto.
A questo punto, la famiglia si trova di fronte a due opzioni: affrontare la giustizia, anche se presumibilmente innocente, o fuggire all’estero per evitare l’arresto. Optano per la fuga in una direzione sconosciuta, inseguiti dalle minacce del padre della presunta vittima. La loro meta è l’Italia, dove entra in scena il personaggio interpretato da Cosimo Claudio Carrozzo.
Raccontaci quale è stata la tua esperienza e come ti sei trovato a lavorare a Cefalù con una troupe messicana.
“Questa esperienza – racconta Claudio – ha rappresentato non solo un’opportunità professionale straordinaria, ma anche una profonda occasione di crescita personale”.
“Cefalù mi ha accolto con calore. è devo dire che è bellissima, con i suoi paesaggi mozzafiato, sono andato a girare una scena sulla Rocca, un incanto vista da lassù. Ogni giorno era una nuova scoperta e ogni incontro un arricchimento. Ho avuto l’onore di lavorare con persone straordinarie, ho appreso nuove tecniche e mi sono messo alla prova in modi che non avrei mai immaginato. Ogni scena girata, ogni dialogo recitato e ogni momento dietro le quinte hanno contribuito a plasmare la mia professionalità”.
“Tuttavia, ciò che più di ogni cosa ha segnato questo viaggio è stata la mia crescita interiore. Ho affrontato sfide e superato incertezze, vedendo il mio impegno e la mia passione riflettersi nei risultati ottenuti. Ho imparato ad apprezzare le piccole vittorie quotidiane e a considerare le difficoltà come opportunità di crescita.
“Riflettendo su questa esperienza, comprendo quanto sia importante riconoscere e celebrare i progressi. Ogni tappa del mio percorso, ogni sacrificio, ha un valore immenso, contribuendo a fare di me la persona che sono oggi. Sono grato per le opportunità che ho avuto e per come ho affrontato ogni sfida.”
Restiamo con la speranza di poter vedere questo film in Italia a breve e saremo attenti alle novità che potrebbero emergere online.
Grazie, caro Claudio, per avermi fatto sentire come se fossi sul set di questo film. La tua emozione nel raccontare al telefono ciò che hai vissuto in questa esperienza è palpabile, e si riflette nel tuo lungo abbraccio finale con i membri della troupe e il regista Gustavo Loza.
GRAZIE!
Ci vediamo in Puglia.
Domenico Brocato
Foto storiche Cefalù










Il film è attualmente in lavorazione per il montaggio, da un articolo apparso sul sito messicano “Milenio” dedicato al regista Gustavo Loza, abbiamo appreso che questo film tratta una storia molto personale per lui e la sua famiglia e che cercherà di far uscire nelle sale entro la fine del 2024 Gustavo Loza, regista messicano dalla comprovata esperienza, sta per concludere un progetto cinematografico ambizioso che si svolge tra Messico e Italia.
Sebbene non possa rivelare troppi dettagli, il film è nelle fasi finali di produzione e post-produzioneQuello che è certo è che rappresenta non solo il suo esordio come attore, ma è anche un’opera profondamente personale, un dramma che esplora l’emigrazione di una famiglia messicana verso l’Italia. In un’intervista, Loza descrive il film come un’opera “completamente d’autore”, in grado di riflettere le sue esperienze e quelle della sua famiglia.
La preparazione e lo sviluppo di questo progetto hanno visto coinvolti anche i suoi figli, Ximena e Bruno Loza, due talenti ben formati che daranno vita a questo dramma famigliare.
La decisione di recitare insieme a loro è stata una scelta condivisa da Gustavo, che, pur non avendo mai sentito l’esigenza di recitare, ha accettato questa sfida in quanto il tema è intimo e rilevante per lui. “È un film che parla di me e della mia famiglia,” afferma, sottolineando l’importanza di mostrare “la mia faccia” al pubblico, piuttosto che celarsi dietro il ruolo di regista.
Oltre a essere un’opera artistica, Loza vede già un “grande potenziale commerciale” per il film e ha piani ambiziosi per la sua distribuzione. Con l’intento di proiettarlo nei festival cinematografici, spera di avviare un tour che possa garantire una visibilità globale. “Spero di iniziare con i festival, e naturalmente ci sarà una première commerciale in Messico, con la speranza di espanderci ulteriormente in altri paesi e sulle piattaforme digitali”, conclude con entusiasmo. Questo progetto non rappresenta solo una nuova avventura professionale, ma una genuina esplorazione delle radici e della cultura che Loza vuole ardentemente condividere con il mondo.
Gustavo anticipa che questo film ha “un grande potenziale commerciale” e che attraverso di esso si è proposto di essere più selettivo con quello che farà a partire da oggi. Inoltre, ha condiviso di avere già piani di programmazione e di distribuzione per il suo film.
Foto Storiche Cefalù
Tradotto e riscritto da “Milenio”
Vi proponiamo l’ intervista integrale rilasciata il 27 di agosto scorso, nel programma “La Caminera” della radio FM messicana EXA.












