Botteghe Storiche,  Cinema e Teatro

CINEMA DI FRANCESCA 1909

Nel momento in cui si guarda un film, si evoca inconsciamente ciò che è dentro di noi, la nostra vita, le nostre gioie e i nostri dolori, i nostri pensieri. Le nostre “visioni mentali” del presente e del passato, come direbbe Susan Sontag.
                                                                                                                                    Michelangelo Antonioni

Salvatore Di Francesca
Corso Ruggero il vecchio prospetto del cinema Di Francesca
Gruppo Foto Storiche Cefalù
Pubblicata da Annarosa Corsello il 4 maggio 2020 - Il ricevimento di nozze dei miei genitori, 11 ottobre 1952, presso il cinema Di Francesca. Foto parzialmente restaurata da Foto Storiche Cefalù
Cinem Di Francesca - 1949, recita alunni della quarta classe elementare - Foto di proprietà Anthony S. Brocato

Salvatore Di Francesca, di professione fotografo, conosciuto come don Totò, rileva nel 1909 da Salvatore Piraro, un ex emigrato negli USA, la licenza per l’attività cinematografica da questi iniziata. Il Cinema, di nome “Excelsior”, è situato in un locale preso in affitto in via Umberto I. Gli esordi non sono facili. La gente è diffidente e addirittura timorosa di entrare nella misteriosa sala buia, e don Totò, all’entrata, si adopera a chiamare i passanti per convincerli ad entrare, anche gratuitamente.

Ma presto il cinema entra nel cuore del pubblico. Nel 1928 Salvatore Di Francesca acquista dei magazzini nel Corso Ruggero, la strada principale di Cefalù, e vi costruisce il “suo” Cine-Teatro inaugurandolo nel 1931, col nome di Cinema Di Francesca. Grazie all’attività pionieristica di Salvatore Di Francesca, il Cinema arriva a Cefalù proprio ai suoi albori, e con esso tutto il magico mondo connesso al Grande Schermo, insieme all’opportunità di confrontarsi con i problemi sociali, di conoscere realtà lontane, di sognare.

L’attività del Cinema Di Francesca attraversa tutta la storia del Novecento. Sul suo schermo passano le vicende e le immagini delle dive del muto, i film dei “telefoni bianchi”, le storie sentimentali degli Anni Trenta, i film storico-patriottici preceduti dai film-giornale Luce. Il Cinema Di Francesca svolge la propria attività sia come locale cinematografico sia come teatro, ospitando le compagnie siciliane più note – tra cui quella di Angelo Musco e Rosina Anselmi -, e dando spazio anche alle realtà locali che mettono in scena commedie e spettacoli di varietà.

Nel 1943 gli Americani sbarcati in Sicilia requisiscono il locale per utilizzarlo a fini logistici, e l’autopiano che con i suoi rulli sonori o, suonato dal vivo, accompagnava i film muti, viene portato in una vicina contrada, Mazzaforno, dove è sorto il quartier generale degli Alleati che lo utilizzano per allietare le serate, e ritorna nel locale alla fine della guerra.

Gli Anni Cinquanta sono gli anni d’oro del cinema, uno svago di grande popolarità che affascina tutte le classi sociali. Nel 1954 il Cinema Di Francesca si adegua alle nuove tecnologie e introduce lo schermo per il Cinemascope. Alla fine degli Anni Cinquanta, proprio per la grande diffusione del cinema, alla sala cinematografica Di Francesca, gestita ora dal figlio di Salvatore, Giuseppe, coadiuvato dalla moglie Rosa, se ne affiancano altre due, la “Sala parrocchiale Pulvirenti”, gestita da Salvatore Liberto, e il teatro Comunale gestito da Salvatore Mendola.

I tre esercenti finiscono col costituire una società che consente anche le “contemporanee” dei film più importanti. Alla fine degli anni Sessanta e negli Anni Settanta il Cinema ospita varie rassegne di cineclub, organizzate dal prof. Pietro Saja con la collaborazione di altri appassionati cinefili come il prof.Antonio Sarrica. L’esperienza del Cineclub sarà ripresa negli Anni Ottanta per iniziativa del Gruppo Teatrale “Ras Melkart” che riesce a raccogliere un discreto numero di abbonati e ad organizzare per alcuni anni cicli di film di qualità. Negli Anni Settanta la Sala viene restaurata dall’architetto palermitano Angelo Nicosia nella forma che ancor oggi conserva, con un criterio equilibrato che accogliendo le esigenze del moderno rispetta però l’antico.

Dagli anni Settanta agli anni Novanta, durante la gestione di Giuseppe Di Francesca, il Cinema ha ospitato prestigiose rassegne teatrali e cinematografiche, e attori e registi di fama, sia in occasione della collaborazione offerta durante i film girati a Cefalù – vi sono stati proiettati i giornalieri di “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore, oltre a quelli di “A ciascuno il suo” di Elio Petri, di “Mario il Mago” di K.M.Brandauer, e nel 2006 de “Il regista di matrimoni” di Marco Bellocchio -, sia in occasione della Rassegna “Le città del Cinema”, che dal 1992 al 1998 ha proposto film che hanno in comune la città in cui sono stati girati. Il Cinema Di Francesca ha ospitato registi, sceneggiatori, attori quali Damiano Damiani, Giuliano Montaldo, Mauro Bolognini, Elio Petri, K.M.Brandauer, Marco Bellocchio, Ugo Pirro, Leopoldo Trieste, Martine Brochard, Edwige Fenech, Alfredo Pea, (a Cefalù ha avuto luogo la prima della commedia “L’insegnante” di N. Cicero, Nanni Loy, Franco Nero, Liliana Ballester, – figlia del noto illustratore di manifesti Anselmo Ballester -, il regista e scrittore Turi Vasile, l’attore e regista Accursio Di Leo, lo scrittore Vincenzo Consolo, i Maestri Stelvio Cipriani e Roberto Pregadio. Il Cinema Di Francesca ha anche accolto le prime prove cinematografiche del regista Pasquale Scimeca poi distintosi con il film “Placido Rizzotto” al Festival di Venezia del 2000.

Il Cinema, ora gestito dalle figlie di Giuseppe Di Francesca, Angela e Caterina, con i mariti Giovanni Cristina e Vittorio De Gaetani, ha una caratteristica inconsueta: è uno dei pochi locali rimasti in attività fin dalla sua fondazione, gestiti sempre dalla stessa famiglia, una famiglia che ama definirsi di “cinematografari” e la cui passione ha finora impedito nonostante la crisi che l’industria cinematografica attraversa, che la sala fosse trasformata, come nella struggente scena finale di Nuovo Cinema Paradiso, per far posto ad attività più redditizie, una famiglia che nonostante il cambiamento delle abitudini, l’affermarsi di nuove forme di divertimento, i problemi e gli intralci burocratici, continua a “fare cinema” grazie alla tenacia e alla convinzione che l’animo umano ha ancora bisogno della magia del grande schermo.

L’attività svolta negli anni è documentata da materiali quali la lanterna magica ed esemplari di vecchi proiettori, e da una collezione di manifesti pubblicitari di grande significato culturale: tramite gli stili del design, le immagini, il décor, la tipologia fisica degli attori, si delinea un percorso che delinea la storia non solo del cinema ma della società degli ultimi 100 anni.

Testo e foto di Angela Diana Di Francesca e Caterina Di Francesca

BOTTEGA STORICA

Cefalù, 18 ottobre 2021

Nella mattinata del 18 ottobre 2021, è stata consegnata la targa di “Bottega Storica” al Cinema Di Francesca da parte del Sindaco Rosario Lapunzina e l’Assessore Salva Francesca Mancinelli.

Il Cinema Di Francesca inizia la sua attività nel lontano 1909, pochi anni dopo l’invenzione della “Settima Arte”, grazie al genio pionieristico di Salvatore Di Francesca che seppe intravedere la portata artistica e culturale della cinematografia.

Dopo i primi anni in cui fu ?cinema girovago?, il Di Francesca stabil? la sua sede in Corso Ruggero n.65 nell?anno 1931, e ancora oggi svolge in quei locali la sua attivit?.

L?edificio di Corso Ruggero fu la prima costruzione in cemento armato realizzata a Cefal? e la sua galleria sospesa (non poggiata su pilastri) sollev? insieme ammirazione e perplessit?, esattamente come il misterioso meccanismo che proiettava sullo ?schermo francobollo? le storie filmate in immagini in movimento.

Ancora oggi il Cinema Di Francesca conserva intatta l?atmosfera di quegli anni, anche se oggi guarda al futuro attraverso le nuove tecnologie.

Questo è possibile grazie agli elementi architettonici che sono rimasti inalterati anche dopo il restyling degli anni Settanta, e che man mano si sono coniugati con le nuove linee di design e di metodi di proiezione, elementi in dialogo che fanno da ponte tra il cinema muto e il cinemascope in stereofonia.

Ne fa testimonianza la cabina di proiezione che è proprio l’anello di congiunzione tra l’analogico e il digitale, il passato e il presente, e che ospita, una accanto all’altro, la macchina di proiezione con le bobine per i film in celluloide e il sistema digitale con cui oggi si mandano le immagini sullo schermo: esempio di come l’ Arte non si lasci mai cristallizzare in stereotipi, ma viaggi su dimensioni alte e altre.

Visioni che “si proiettano” (mai come in questo caso) verso un diverso modo di accostarsi alla Settima Arte, senza però rinunciare ai suoi elementi fondanti: la visione collettiva, il silenzio e il buio della sala, la condivisione delle emozioni.

Dal 1909 ad oggi, questa è, nelle diverse generazioni, la motivazione che spinge il Cinema Di Francesca ad essere presente e vivo nel territorio per offrire pagine di storia, di conoscenza e di cultura, nella consapevolezza che l’Arte è eterna se non si chiude nei cassetti della memoria, ma continua a vivere e viaggiare giorno dopo giorno su nuovi percorsi, per essere offerta alle nuove generazioni.

Storia e racconto quotidiano che si snodano dal passato al presente. Un lunghissimo fantastico film con un inizio e senza titoli di coda.
La prima autorizzazione per proiezioni cinematografiche risale al 1909, dal 1931 l’attività cinematografica si svolge negli attuali locali di Corso Ruggero 65.

L’attuale gestione decorre dall’08/10/2003. Le attuali strutture architettoniche risalgono in parte al 1931 ed in parte al 1970, mentre gli attuali arredi risalgono in parte a periodi precedenti al 1931 e in parte a periodi successivi al 1931.

VIDEO BOX
Centenario Cinema Di Francesca - 24/09/2009 - Cefalù

Video della Serata Celebrativa del Centenario del Cinema Di Francesca di Cefalù. La serata si è svolta con un bellissimo concerto Jazz di Enrico Giaretta e la sua band alla presenza di un folto pubblico di amanti del cinema.
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