
Francesco Liberto “Ciccio” (1936 – 2023)

“Cari amici,

Francesco Liberto
16 febbraio 1936 – 1 gennaio 2023
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E cos? il giovane Francesco deve anzitutto la sua fortuna alle intuizioni di Mila Contini e di Pepita Misuraca, che sapranno valorizzare le sue qualit? creative introducendolo, a met? degli anni ?60, nel ?bel mondo? di Cefal?, che all?epoca gravitava attorno al Club Mediterran?e.
I suoi sandali in cuoio iniziano a conoscere un discreto successo, tanto che Ciccio, per un certo periodo, gestisce un piccolo atelier.
I suoi prodotti esclusivi, i cosiddetti ?Muccaturi? e ?Patchwork?, vengono cos? conosciuti e apprezzati da turisti di tutto il mondo, supportati dalla efficace notoriet? derivata da articoli sulle principali testate e riviste specializzate del settore.
Puntualmente, dal 1906 a 1977, con alterne fortune, ad ogni primavera il mondo delle corse si d? appuntamento alle pendici delle Madonie per perpetuare il Mito della Velocit?. La difficolt? di mettere a punto le vetture e di memorizzare un tracciato di oltre diecimila curve disseminate lungo 72 km di strade di montagna, obbligano le squadre ad arrivare in Sicilia con un certo anticipo rispetto alla gara.
Cefalù, rappresenta il naturale quartier generale di tutti i team, incontrare i piloti all’uscita degli alberghi o nei ristoranti, da loro frequentati, non è certo un problema, scambiare quattro chiacchiere con loro nelle frequenti pause di lavoro è semplicissimo. Fra loro, anzitutto il nostro Ciccio comincia a legare con i giovani alfieri dell’Autodelta, Ignazio Giunti, Nanni Galli, Geki Russo.
Sarà proprio Ignazio, durante una cena in un ristorante assai in voga all’epoca, l’Eucalaliptus, a chiedere a Ciccio, quasi per gioco, di fargli un paio di scarpe da competizione. Il nostro eroe, logicamente, non ha esperienza su come devono essere, quali caratteristiche tecniche debbono avere e quanto occorre per la loro realizzazione.
I tre piloti suggerirono così come avrebbero dovuto essere le loro scarpe ideali: leggere, morbide, comode e, soprattutto, dalla suola sottile, per trasmettere al pilota tutta sensibilità al piede.


Nel 2012 Ciccio da Cefalù va a Hollywood grazie alle sue Racing Shoes realizzate a mano.
Il regista Ron Howard non ha voluto lasciare nulla al caso, infatti, chiede espressamente una copia delle “Ciccio Racing Shoes” indossate da Lauda in quegli anni, per Daniel Brühl, l’attore che presterà il volto al campione austriaco nel film “Rush”.
Nel 1965 Ciccio realizza così il primo paio di scarpe da corsa, che rappresentano per lui l’inizio di una nuova carriera artistica e professionale. Da allora i più grandi piloti del panorama internazionale scelsero e scelgono ancora oggi le scarpe da corsa del “calzolaio di Cefalù” perché fatte su misura, leggere, comode e soprattutto uniche al mondo.
E persino quando la stella della Targa Florio tramonta definitivamente, alla fine degli anni ’70, sacrificata sull’altare della sicurezza, la maestria di Ciccio aprirà nuove e inaspettate frontiere, diventando per un certo periodo fornitore ufficiale della Scuderia Ferrari di Formula 1. E nel 1977 infatti Niki Lauda diventa campione del mondo indossando le scarpe del maestro siciliano.
Nel 1969 è insignito della Coppa SAMIA nel corso del premio “Moda Mare a Cefalù” che costituisce un appuntamento stagionale di primo piano. Ma la vera svolta professionale nella vita di Francesco Liberto arriva sul finire degli anni sessanta, quando la fama di Ciccio si unisce a quella della Targa Florio, la corsa più antica del mondo, già inserita nel calendario del Mondiale Marche, campionato di gran lunga più importante e seguito della stessa Formula Uno.
Tutti i più importanti giornali di automobilismo e le più grandi emittenti televisive dedicano frequentemente ampi spazi al celebre “il calzolaio dei piloti”.
Oggi Ciccio non fornisce più la Scuderia Ferrari, ma molti piloti ed appassionati da tutto il mondo continuano a commissionargli le sue scarpe davvero uniche, belle, comode, leggere, da usare anche per passeggiare. Perchè alle scarpe col marchio “Ciccio Cefalù Sicilia” nessuno vuole rinunciare.
E a chi lo va a trovare, nella sua bottega museo sul lungomare, lui ha sempre mille aneddoti da raccontare.
Questo solo per fare un esempio. Molte delle scarpe di Ciccio hanno accompagnato sul podio piloti del calibro di Vic Elford, Mario Andretti, Brian Redman, Ignazio Giunti, Carlos Reutemann, Emerson Fittipaldi, Clay Regazzoni, Jo Siffert, Jackie Ickx, Renè Arnoux, Gerald Larousse, Auturo Merzario, Sandro Munari e non ultimo il siciliano Nino Vaccarella.
Negli anni ‘80 Regazzoni gli spedì da Tokio una semplice cartolina postale: “Mi serve un paio di scarpe bianche e rosse!”. L’indirizzo era soltanto: “Ciccio, Cefalù – Italy.” La missiva arrivò dritta al destinatario. E anche le scarpe furono subito pronte, naturalmente….
Ancora oggi Ciccio è apprezzato in tutto il mondo per le sue scarpe da corsa e per la sua grande umanità che fa di lui un vero mito. Le sue creazoni sono esposte nei musei, da quello della Ferrari a Maranello a quello della Porsche a Stoccarda, a quello dei fratelli Rossetti, vicino a Milano, al museo Romans in Francia e al Deutsches Ledermuseum in Germania.
Documentario della Porsche - Dietro le quinte: Ciccio una leggenda vivente
Anche la casa del Cavallino Rampante gli ha spesso reso omaggio, infatti, nel novembre 1997, un corteo di Rosse “Tutte le Ferrari in Sicilia”, ha fatto tappa davanti alla sua bottega sul lungomare di Cefalù. In quella occasione i responsabili di Maranello gli hanno consegnato un dono alquanto singolare: un autentico pistone usato di un motore di Formula 1.
Ciccio, divenendo famoso, ha “sfornato” migliaia di scarpe per tutti i gusti. I modelli più belli ed esclusivi sono quelli personalizzati da Franco Cheli, lo scenografo docente presso l’Accademia di Brera che nel 1997 ha organizzato a Milano la mostra “Ciccio e gli Amici di Brera”, dipingendo a mano su temi motoristici le tomaie in pelle confezionate da Ciccio. Ancora oggi la collaborazione con Cheli Scenografie continua: basta chiedere a Ciccio il tipo di personalizzazione per rendere le proprio scarpe ancora più uniche ed esclusive.
Francesco Liberto ci lascia il primo gennaio 2023.
Ciccio Liberto è testimonial nello spot della Porsche 718 GDS
Lecco 19 novembre 2020
Un ringraziamento particolare a Francesco Liberto, “Mastro Ciccio” per la bellissima telefonata intercorsa e per avermi autorizzato a realizzare questa pagina a lui dedicata.
Domenico Brocato
Personaggio del giorno: Ciccio Liberto
Video credit: https://www.media.stellantis.com
Mastro Ciccio
Ricordo da bambino, nella prima metà degli anni cinquanta, “Mastro Ciccio”, così lo chiamavo, dentro il suo laboratorio di via Nicola Botta, io abitavo poco più giù e, durante le giornate giocavo al pallone con i suoi nipoti, Aldo, Enzo ed altri amici della via.
Indossava un grembiule scuro forse di pelle non ricordo bene, avrò avuto 6/7 anni, seduto su una sedia piuttosto bassa adatta al banchetto di strumenti che utilizzava per riparare le scarpe.
Sento ancora l’odore della colla che usava per incollare la tomaia, ricordo la lesina per fare il buco dove infilare l’ago con lo spago che cuciva la suola alla parte superiore della scarpa, ricordo anche uno stampo in ferro, che metteva a scaldare su una fiammella, poi con un nastro dorato appoggiato sul cuoio della suola, imprimeva con il ferro caldo, il marchio del suo laboratorio nei sandali che faceva per i turisti francesi, del Club Méditerranée.
I miei ricordi cefaludesi di Mastro Ciccio, si fermano ai primi anni del 1960, anzi precisamente il 1962… Nel frattempo Ciccio Liberto diventa famosissimo nel mondo, le sue scarpe vengono indossate dai campione dell’automobilismo mondiale. In primis la Targa Florio, fornendo un paio di scarpe al britannico Vic Elford, pilota del Porsche e guarda caso, trionfa in coppia con Umberto Maglioli.
Poi Jacky Ickx. Emerson Fittipaldi. Mario Andretti, Niki Lauda e tanti altri. Ma la storia di Ciccio Liberto, calzolaio dei piloti è conosciutissima, Mastro Ciccio ha legato il suo nome alla città di Cefalù, contribuendo così a renderla famosa nel mondo.
Non posso certamente essere io a raccontare la sua storia, lontano da Cefalù i miei pensieri erano altri, quello che ho appreso è fonte di letture su internet, la rete è piena di articoli e video che testimoniano il successo di Ciccio Liberto.
Nel 2005, dopo circa quarant’anni torno a Cefalù, una grande emozione… Non potevo non incontrare Mastro Ciccio, quando ho visto il negozio sul lungomare, sono subito entrato, era li, certamente un po’ cambiato ma non molto, ancora giovanile e grintoso.
Un incontro pieno di racconti di quegli anni passati, che mi hanno riportato indietro nel tempo, nella mia via Nicola Botta. Un abbraccio, qualche scatto con le sue famosissime scarpe. Un bellissimo ricordo che porto nel cuore, grazie Mastro Ciccio.
Domenico Brocato (Mimmo)
Il calzolaio siciliano le cui calzature veloci hanno cambiato il ritmo delle corse
Negli anni Sessanta, ingegneri dal cervello grande hanno escogitato tutti i modi per ridurre di qualche secondo i tempi sul giro. Profili alari capovolti, monoscocca esotiche, turbine a gas, primi effetti al suolo: cose che richiedevano una conoscenza poco socievole della fisica e una fronte misurata al meglio in acri.
Ma una delle scoperte più intelligenti non è arrivata da un designer virtuoso, ma da uno sconosciuto calzolaio italiano, la cui invenzione, il primissimo paio di scarpe veloci al mondo, ha fatto sembrare tutto il resto un po’ troppo ingegnerizzato.
Che voi ci crediate o no, nei primi 50 anni di corse automobilistiche nessuno aveva mai pensato di realizzare una scarpa per quello scopo. I piloti erano bravi, ma ancora con gli stivali goffi.
Dall’alto verso il basso, la tipica uniforme consisteva in un elmetto scoperto, alcuni occhiali da commedia e una tutina celeste, il tutto incongruamente compensato da un paio di scarpe eleganti con la suola rigida, a volte legate con nastro adesivo per una vestibilità più accogliente
Ma le cose cambiarono, quando nel 1965 un trio di piloti Alfa Romeo convocò in un negozio di scarpe nella cittadina siciliana di Cefalù, un uomo basso e dagli occhi d’acciaio di nome Francesco Liberto, Ciccio per gli amici…
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