Botteghe Storiche

FARMACIA CIRINCIONE 1820

La FARMACIA CIRINCIONE, sin dalla sua istituzione, ha sempre avuto sede nel prestigioso Corso Ruggero al civico 144 situato nell’accogliente centro storico di Cefalù. Negli anni sessanta, acquistato il locale limitrofo, la farmacia ha subito un ampliamento continuando a mantenere gli arredi originali che contestualmente sono stati oggetto di un attento restauro.
Dott. Salvatore Cirincione - Archivio Varzi & Brunetti

L’anno di fondazione risale al 1820 con donna Maria Teresa Longo, successivamente inizia la conduzione del ramo Cirincione con il figlio Salvatore, al quale subentrano nel 1911 i figli Giovanni e Francesco.

Nel 1957 è la volta di Salvatore di Giovanni, i cui figli Giovanni e Lucio la conducono dal 19/05/2000. La quinta generazione è già operativa: Salvatore di Giovanni ed Andrea di Lucio costituiscono il presente ed il futuro.

La conduzione da parte della stessa famiglia per più di 150 anni la annovera tra le Farmacie più antiche di Sicilia e d’Italia.
Gli arredi tutt’oggi utilizzati sono quelli originali del tardo 700 in stile veneziano, presentano una fine laccatura con sovrapposti fregi intagliati e rivestiti di lucente oro zecchino.

Pregevoli sono le pitture che si alternano nella parte bassa dello stivile, nelle porte di accesso al retro bottega dove troneggiano raffinate figure femminili, e nei tondi sopra le vetrinette sono raffigurati dame satiri e cavalieri di pompeiana memoria. Per tali peculiarità la farmacia fa parte della Accademia Italiana di Storia della Farmacia.

Quegli antichi arredi tardo-settecenteschi riecheggiami lo stile della Venezia goldoniana costituiscono più che un ornamento della Farmacia Cirincione di Corso Ruggero n. 144 di Cefalù.

Essi richiamano quello odore di garofolo… sì caro all’arte dell’aromatario che non sfuggì al verso di D’Annunzio sempre sensibile a nobilitare le nostre sensazioni.

La fine fattura di quei mobili laccati in oro zecchino i cui sovrapposti fregi si armonizzano con il tutto di ante e pareti di un dolce accettabile barocco, esalta le presenti agili figure femminili dalle vesti eleganti pur nella loro semplicità.

Particolare degli arredi

Danno senso a completezza alle vetrinette, che sembrano fatte per esaltare i contenuti. alcuni tondi a mò di rosoni che rappresentano visi di dame, satiri, cavalieri senza tempo e spazio. Spiccano ancora quei vasi di varia materia, contenitori un tempo in uso degli speziali. fabbricatori esperti di dosati farmaci per la salute dell’umanità sofferente.

Una vecchia etichetta per i preparati - Foto: Farmacia Cirincione

Sono quegli clementi pochi, ma significativi che danno continuità alla dinamica di una accogliente Farmacia che quasi invita a rivivere una storia bisecolare di una famiglia dedita ad un’arte e scienza di servizio all’uomo. oltre che una storia di evoluzione tecnologica dalla manualità del prodotto all’industrializzazione dello stesso.
L’atmosfera che si respira nella farmacia Cirincione è quella familiare che l’ha caratterizzata per generazioni: il farmaco viene spiegato, analizzato all’acquirente fornito di ricetta come quando un tempo si spiegavano gli ingredienti di una pomata e i benefici che ne sarebbero derivati.

Foto: Farmacia Cirincione

In fondo, questo lavoro dei giovani Giovanni e Lucio è quello che hanno fatto per decenni il loro padre Salvatore e la zia Aurora.
Giovanni e Lucio sono discendenti di una famiglia di farmacisti che vengono da lontano: dal primo ventennio dell’ottocento quando il dottore era il droghiere, lo speziale. Anzi, per la verità, il fondatore fu una donna. Maria Teresa Longo che era fregiata dalla gente con il titolo di donna, in quanto domina così come si addice ancora oggi dalle nostre parti a gente di nobiltà non per censo o per natali, ma per indole, comportamento, portamento ed umanità.

Un quarantennio dopo, esattamente il 23 Ottobre del 1865, la farmacia fu condotta da un Cirincione, un Salvatore, al quale seguono i figli Giovanni e Francesco indi un Salvatore figlio di Giovanni del quale abbiamo fatto già menzione.
E stato giustamente scritto che oggi Giovanni e Lucio rappresentano la quarta generazione: giovani nell’animo, nello spirito, ma antichi di servizio.
Giovani conoscitori di tecniche e scienze, ma antichi per servizio e consapevolezza che una farmacia è luogo ove il rispetto per la dignità dell’uomo, per di più sofferente, è fondamentale.

Tratto da “Cefalù vissuta con i pensieri dell’anima e il cuore assoluto” di Domenico Portera – Editore Marsala

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