CORSO RUGGIERO
La strada più importante di Cefalù dal punto di vista urbanistico, storico e paesaggistico è, senza dubbio il “Corso Ruggiero” , con questa locuzione è indicata, nelle targhe, l’antica intitolazione che si rifà alla dizione arcaica del nome Ruggiero.
Sin dai tempi più remoti, a Cefalù si è voluto indicare col termine “platea” ognuna delle due principali arterie cittadine intra moenia, vale a dire quelle corrispondenti alle attuali strade denominate Corso Ruggiero – la platea Magna per antonomasia – e Via Vittorio Emanuele, indicate in passato rispettivamente con i termini: “platea superior” (1344) e “platea inferior” (1481).
Questa dizione restò in uso fino a quando la “inferior”, popolarmente denominata anche «Strata di la plaza suttana» (1551), fu invece chiamata con intitolazioni alternative quali «strata vocata di lo Porto seu di lo Fiume» (1621), «strata no(mina)ta di lo Xiumi» (1623), «strata maestra nominata di lo Porto» (1633), «strata Fluminis» (1640,1643).
Da allora il termine “platea inferior” servì ad indicare la parte della “superior” compresa tra Piazza del Duomo e la sua confluenza con Via Porpora e Via Bordonaro, tanto che nella toponomastica ottocentesca prese il nome di Strada Piazza Inferiore; mentre con la dizione Strada Piazza Superiore fu indicata quella parte dell’antica “platea superior” che va da Porta Terra fino a Piazza Duomo.
Nell’elenco delle strade comunali compilato per adeguare la toponomastica agli articoli 16 e 17 della legge del 20 marzo 1865, nel 1868 il Consiglio Comunale di Cefalù decise (13 gennaio) e la Giunta deliberò (21 successivo) di cambiare l’intitolazione dell’asse viario che da Porta Terra conduce all’attuale Via Bordonaro, denominandolo Strada Garibaldi che, com’è indicato,“comincia da porta Garibaldi e finisce a Porta Giudecca, od altrimenti Porta Messina” e “congiunge il 4° tratto col 5° tratto della strada a mota Provinciale” Tale intitolazione pare fosse già in uso dal 1862, per ricordare la venuta di Garibaldi a Cefalù il 5 luglio di quell’anno.
L’intitolazione a re Ruggiero, che ritroviamo già ufficialmente nell’elenco delle strade comunali approvato dal Consiglio Comunale il 21 giugno 1909, pare debba farsi risalire al 1873, come scrive il Di Paola, il quale aggiunge che nel 1882 “il Corso venne lastricato con basole di lava vulcanica di Catania” In quell’occasione fu gioco forza confrontarsi con una serie di difficoltà dovute ai diversi nuovi livelli assunti dai portoni d’ingresso delle case d’abitazione e dei magazzini, che i proprietari furono
costretti ad uniformare al livello del Corso con notevole spesa, tanto che qualcuno di loro chiese ed ottenne un risarcimento da parte del Comune. Corso Ruggiero ha sempre avuto e ha sempre continuato ad avere un grande prestigio, riempiendo d’orgoglio quanti in esso hanno avuto la propria dimora, i propri negozi e le proprie attività lavorative.
Oggi quest’importante arteria si dibatte tra i consueti problemi d’arredo urbano e la chiusura di molte di queste attività, in una città che comincia a perdere la propria identità culturale e la cui rinascita potrebbe, invece, prendere il via proprio da quegli imprenditori capaci di scommettere ancora sul radicamento nel territorio e sul valore delle tradizioni.
Foto Storiche Cefalù
Di Nico Marino, tratto dalla rivista “Corso Ruggero” Marsala Editore
Dal gruppo Facebook Foto Storiche Cefalù
Rivedo mio nonno innanzi alla cartoleria di Corso Ruggiero, con le mani incrociate dietro la schiena ed il suo solito sorriso, salutare i passanti.
Rivedo le insegne che non ci sono più e quelle che sono ancora lì a ricordarmi che Cefalù è parte di me.
Riassaporo il gusto, ancora oggi eccellente ed immutato, del gelato del Bar Duomo.
Rivedo, al Circolo Unione, volti di gente che non c’è più ma che rimarrà per sempre parte viva dei miei ricordi.
Rivedo mio nonno accompagnarmi al vicino Cinema Di Francesca. Ed anno dopo anno, film dopo film… mi sento a casa.
Rivedo la bancarella all’angolo della via Caracciolo.
Risento le voci del vicolo Carmine Papa.
Rivedo il sig. D’Anna, sempre sorridente, innanzi alla propria gioielleria.
Ammiro, più giù, le eleganti vetrine di Miceli.
Chiudo gli occhi e la mia mente fa un passo indietro. Immagino, così, le mura del municipio crollato tanti anni addietro sulla casa e sul negozio dei miei nonni, lasciandoli da un giorno all’altro, senza niente.
Ma assaporo l’amicizia vera ed autentica di una Cefalù antica, di chi, innanzi alla tragedia, offrì il suo pronto aiuto mettendo a disposizione parte della “Torrefazione Serio” affinché, neppure per un solo giorno, si interrompesse la vendita dei giornali.
Immagino i volti di mio padre e di mio zio bambini, innanzi alla loro casa distrutta… ma rivedo la forza di mio nonno ricostruire tutto dal nulla.
Riassaporo un Centro storico vivo in cui, da sempre, le case dei pescatori ed i palazzi baronali convivono in un’armonia perfetta ed i vicoli creano un intreccio più unico che raro.
Vi auguro di perdervi in questo austero e, al contempo, popoloso intreccio e di rivivere, così, la Cefalù che non c’è più. E vi auguro, poi, di trovarvi, ora come allora, a sospirare di bellezza innanzi al prezioso dono di Ruggiero II.