Le Festività e le Tradizioni

La Settimana Santa Cefaludese

La Settimana Santa e le Festività Pasquali sono vissute dai Cefaludesi, con grande religiosità e nel rispetto delle tradizioni. La Domenica delle Palme, essi hanno portato i mazzuna, rami di ulivo e le palme, per farli benedire, durante le funzioni religiose, celebrate in tutte le parrocchie.

Domenica delle Palme del 2014 - Foto Armando Geraci

I ramoscelli di palma sono stati intrecciati con cura, seguendo un’antica tradizione, in modo da formare composizioni molto animate e, si presentano con quella tipica colorazione gialla, perché sono stati raccolti quando ancora teneri.

Le palme e i ramoscelli di ulivo hanno adornato le case, portando, al loro interno, il favore divino.

Intanto si preparano i sapurcari, tradizionali composizioni realizzate con piantine di grano disposte su piatti o vassoi. Affinché assumano quel colore giallo pallido che li rende particolari, i semi, da cui sono originate le piantine, vengono fatti germogliare al buio.

Essi costituiscono il fulcro delle decorazioni che servono ad agghindare gli altari dove viene esposto il Santo Sepolcro, in vista della visita che riceveranno dai cittadini, il Giovedì Santo, quando questi faranno “‘a cierca”.

Truoccula cefaludese - foto di Nico Marino

Il mercoledì Santo iniziavano i preparativi per la truoccula (raganella), strumento formato da una ruota dentata, montata su un perno di legno che fungeva da manico, intorno alla quale era fissato un telaio con una lamina: agitando il manico, la lamina strisciava contro i denti della ruota producendo un suono simile al gracidare delle raganelle.

Nel nostro caso, invece, veniva usata una base di legno piuttosto spessa con un martelletto oscillante, che agitato produce il tradizionale suono.

Biscotti tipici della Pasqua cefaludese

In ogni famiglia si preparano i “pupa cu l’uova”, tradizionali biscotti pasquali che, in forma di panierini, agnelli, pesci, colombe etc., ricoperti di una glassa preparata con albume d’uovo e zucchero al velo e, di riavulicchi (lett. Diavoletti; costituiscono la minuta e colorata decorazione puntiforme realizzata con lo zucchero), essi inglobano nella loro architettura delle uova intere.

I “pupa cu l’uova” sono dolci di origine povera, nati nelle famiglie contadine per creare un simbolo delle festività Pasquali, con i quali rendere felici i piccoli di casa.

Il pomeriggio del Giovedì Santo, fino a tarda sera, i fedeli preceduti da una croce aspettavano di entrare per adorare i sepolcri in tutte le chiese dove Gesù era esposto.

Il Venerdì Santo, era il giorno religiosamente più atteso dai fedeli, infatti, si svolge la Processione.

Il fercolo dell’Addolorata esce dalla chiesa di S. Antonino - Foto Domenico Brocato 18 aprile 2014

Dalla chiesa di S. Antonino il fercolo dell’Addolorata, infiorato di gigli e splendidamente illuminato, seguito dalle Autorità e dalla Banda, si muove per riunirsi in piazza del Duomo all’altro corteo, quello del Cristo Morto, che, invece si muove dalla chiesa di S. Giovanni dell’Itria.

Piazza Duomo, il corteo de Cristo Morto - Foto Domenico Brocato 18 aprile 2014
Foto che ritraggono una bambina vestita da suora, e da angioletto - Foto R. Runzo

Da piazza Duomo il corteo processionale percorre le vie principali della città.

Aprono la Processione i ragazzi del Catechismo e dell’Azione Cattolica, tra loro alcuni bambini e bambine in abito monacale o vestiti da angioletti, in rosa e in celeste, portano fiori che spargono lungo il cammino.

Tra loro la Veronica, una bambina vestita di nero, con i lunghi capelli che le coprono il viso, recante un lenzuolo bianco con su impresso il volto di Gesù; seguono le Confraternite della SS. Trinità, di S. Nicola, del SS. Sacramento, dell’Itria e San Giovanni Evangelista.

Le suore, il Seminario e il Clero con il Vescovo precedono, poi, il simulacro del Cristo Morto seguito dalla Banda, quindi la Confraternita dell’Annunziata che precede il simulacro dell’Addolorata seguito, a sua volta, dalle Autorità cittadine, dalla Banda e da uno stuolo di fedeli.

Al seguito dei fercoli, immediatamente prima delle Autorità, da qualche anno, sono ammessi coloro che, per grazia ricevuta , camminano ‘n piruni (a piedi scalzi), che ripetono in coro le tradizionali litanie.

Molto suggestivo, un tempo, era il passaggio della teca, che venne usata sino agli inizi degli anni ’70, ogni balcone era illuminato di lampadine e adorno delle piu belle coperte in onore del Cristo morto.

La teca del Cristo Morto- Foto di Nico Marino

L’Addolorata, ricoperta del manto di velluto celestiale, con stelle e pianeti dorati, la statua, tradizionalmente, era fiancheggiata dal gruppo scout Fides Intrepida, sempre presente nella ricorrenza del Venerdì Santo sin dal lontano 1922, data storica della fondazione del gruppo; infine, le autorità civili, rigorosamente in abito scuro, e i vantasi. i portatori delle insegne municipali, anche loro in nero.

Il procedere della processione viene scandito dal suono della truoccula, che durante la Settimana di Passione sostituisce il suono delle campane.

Anticamente il suono, annunciava anche l’arrivo “ru frati ra cierca” cioè, del frate che andava in giro a raccogliere le elemosine e le offerte per il proprio convento.

Il ritmico suono dà il segnale per la sosta del fercolo, per lasciar riposare i portatori, o per riprendere la marcia.

Il corteo terminava in chiesa, riponendo le vare del Cristo e dell’Addolorata.

Processione di alcuni anni fa, si nota la truoccula - Foto di Lorenzo Parello

Foto Storiche Cefalù

Tratto daagli scritti di Nico Marino e dallo “Zibaldone” di Italo Piazza – Marsala Editore.

VIDEO BOX

Processione Venerdì Santo 2015 - Di Armando Geraci

PHOTO GALLERY

Tutte le fotografie pubblicate in questa pagina sono pubblicate nel gruppo Facebook Foto Storiche Cefalù

You cannot copy content of this page