SANTISSIMO SALVATORE ALLA TORRE
Una particolare festività è quella che si celebra il 2 luglio in onore del SS. Salvatore alla Torre, detto anche “Sarbaturi nicu” o “Sarbaturieddu”. Il diminutivo, certamente non dovuto alla mancanza di rispetto, identifica invece una festa distinta dalla principale, al cui festeggiato, il SS. Salvatore, è intitolata la chiesetta a suo tempo costruita vicino ad una “torre” oggi non più esistente.
La chiesetta in questione venne costruita in seguito alle epidemie di colera asiatico del 1837 e del 1854. Ecco in breve la storia di quegli avvenimenti.
Mentre nel Napoletano infuria l’epidemia del colera asiatico, il 28 maggio 1837, nel porto di Palermo, viene posto in quarantena il brigantino Archimede, comandato dal Capitano Francesco Buccellato.
Due marinai dell’equipaggio, Angelo Tagliavia e Salvatore Mancini, nonostante le prescrizioni, sbarcano nascostamente per vendere della mercanzia.
Essi sono gli inconsapevoli portatori del contagio colerico, muoiono il 6 giugno successivo.
A causa del rapido propagarsi del morbo, i Cittadini di Cefalù, temendo che l’epidemia possa toccare la loro Città, invocano l’aiuto del SS. Salvatore.
Mons. Pietro Tasca, Vescovo di Cefalù (1837-1839), ordina allora, per il 2 luglio, una processione in onore del Santo Patrono, SS. Salvatore.
La processione traversò le vie principali della città, poi, risalita la via di S. Nicolò (oggi via Spinuzza) traversò la Porta terra (piazza Garibaldi) e uscì fuori dall’abitato lungo lo stradale che conduce a Palermo.
A quasi un chilometro si fermò … ( )… il popolo di Cefalù non attese che la grazia fosse effettivamente concessa; ma pieno com’era di certezza che sarebbe presto ottenuta, ad iniziativa dello stesso Mons.
Tasca, il 9 luglio (cioè una settimana soltanto dopo la processione votiva) diè mano alla costruzione della cappelletta; e tutti vi pigliarono parte alacremente, sì da poterla terminare in breve volgere di giorni .
Purtroppo proprio quella processione diventa l’occasione per la diffusione del contagio. Il 6 successivo, il colera fa la prima delle sue numerose vittime a Cefalù. Le ultime si contano il 24 agosto, con un totale di 713 morti su una popolazione di 9500 abitanti.
Malgrado l’alto numero di morti, la percentuale generale risulta la metà di quella di Palermo e l’epidemia si arresta quando ancora sussistono le condizioni perché possa continuare a lungo. Il colera si ripresenta a Cefalù negli anni successivi (1854, 1866-67, 1885 e 1911), nessuna delle repliche é cruenta quanto l’epidemia del 1837.
In occasione di quella del 1854 il can. D. Santi Barranco primo curatore zelante della cappella, a memoria dei favori ottenuti da Gesù Salvatore … ( ) … si vede costretto ad erigervi accanto l’artistico tempietto, ove tuttora concessa la facoltà di cantare in quella chiesa, nel giorno sacro della B. Vergine, la messa solenne della Trasfigurazione, come nel giorno 6 agosto, in rendimento di grazie a Gesù Salvatore.
Successivamente il canonico D. Giuseppe Restivo, rettore della chiesa fino alla metà circa degli anni ‘30, aggiunge alla chiesetta un’ala laterale a destra dell’altare, aumentando così lo spazio destinato ai fedeli.
Ogni anno, il 2 luglio, si festeggia il SS. Salvatore alla Torre per ricordare gli avvenimenti di quegli anni.
La piccola chiesa del SS. Salvatore alla Torre in Cefalù, fin dai primi tempi della sua edificazione, ha voluto celebrare, imitando l’antichissima cerimonia nella Cattedrale per la festa della Transfigurazione di Gesù, cioè la cerimonia della collocazione di uno stendardo sulle sue mura, all’inizio della novena per la festa del 2 Luglio.
Ugualmente, nella chiesetta del SS. Salvatore alla Torre, nella periferia di Cefalù, si ripete questo gesto, ormai da tempo, immemorabile.
Lo stendardo, un tempo, veniva collocato fra i due campanili, utilizzando come pennone la croce che sovrasta la chiesa. Poi, all’inizio degli anni ottanta, per semplificare l’operazione e per maggiore sicurezza, lo stendardo viene collocato su un’asta a bandiera, nella terrazzina adiacente al tempietto.
Foto Storiche Cefalù
Fonti:
Tratto dal post di Leonardo Mento pubblicato il 12 gennaio 2014
Al di la della storia di Domenico Portera