
La Domenica delle Palme
In tempi passati i preparativi iniziavano molti giorni prima – così scrive Italo Piazza nel suo “Zibaldone” – i cefaludesi si preparavano ad andare alla messa nella Cattedrale.
Era tradizione che, in ogni famiglia, grandi e piccini portassero rametti di ulivo, palme intrecciate e adornate con dei nastri multicolori; per essere benedetti dal vescovo di Cefalù, dopo la solenne funzione religiosa.
I ramoscelli di ulivo venivano conservati in casa a protezione della famiglia, oppure in campagna per implorare l’opera protettrice di Dio anche nei raccolti.
Lo stesso rituale era seguito dai pescatori, che custodivano gelosamente i loro ramoscelli nelle loro barche, invocando la protezione di Gesù Salvatore.
Generalmente i fedeli portano a casa i rametti di ulivo e di palma benedetti, per conservarli quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti e persone amiche. In alcune regioni, si usa che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.
In molte zone d’Italia, con le foglie di palma intrecciate vengono realizzate piccole e grandi confezioni addobbate, tradizione molto forte in Sicilia e che si è estesa poi in tutta Italia.

Foto Storiche Cefalù
Fonte: “Zibaldone” di Italo Piazza – Marsala Editore.
Cefalù: Domenica delle Palme 2013 - Di Armando Geraci

